Ci sono situazioni dove le cose vanno bene, eppure basta poco per migliorare ulteriormente, ottenendo risultati superiori a quanto si sarebbe potuto immaginare. Perché anche in queste realtà ci sono elementi limitanti che, se corretti, portano a grandi benefici. Ad esempio, in mangiatoia: colmando il gap di aminoacidi limitanti, stalle produttive possono esserlo molto di più.
LEGGI TUTTOChe la gestione della vitellaia richieda attenzioni nuove è dimostrato dai dati critici che arrivano da questa fase di allevamento, con un impatto sulla redditività dell’intera stalla e sul suo consumo complessivo di antibiotici. Alle sfide classiche si aggiungono ora, per l’allevatore in primis ma, di riflesso, anche per tutta la filiera del latte e dalla sua trasformazione, quelle poste dalle nuove indicazioni sul benessere riguardanti l’abbandono del box singolo e il contatto madre-vitello dopo la nascita. Se ne è parlato in due recenti eventi, uno promosso dal Consorzio del Parmigiano Reggiano e l’altro dal CRPA e dall’Università di Milano.
LEGGI TUTTOCerto non manca qualche preoccupazione per i prossimi mesi, ma la situazione del settore lattiero-caseario italiano è più che positiva. È soprattutto l’export a fare da traino, con in testa i formaggi di maggior pregio come Parmigiano Reggiano e Grana Padano, ma vale in generale per tutto il Made in Italy, che conquista quote di mercato all’estero sempre più significative, per quantità e valore. Il 6° Dairy Summit, svoltosi a Piacenza il 6 dicembre scorso, è stata un’importante occasione per fare il punto della situazione.
LEGGI TUTTOUno studio spagnolo descrive accuratamente il meccanismo, le complicazioni e l’incidenza dei diversi tipi di dislocazione abomasale a destra.
LEGGI TUTTOUn nuovo additivo, basato su aminoacidi essenziali di ultima generazione e oli essenziali, permette una migliore utilizzazione ruminale dell’azoto ammoniacale, che viene trasformato più efficacemente in proteina microbica, con riduzione delle dispersioni di azoto nell’ambiente, possibilità di ridurre l’apporto proteico in razione, ma soprattutto abbassare la quantità di soia sostituendola con altre matrici proteiche (erba medica in primis) meno costose e di produzione locale. È questo il risultato finale del Progetto N2ONO, finanziato dalla Regione Lombardia e sviluppato da Sivam per la parte mangimistica e Università Cattolica di Piacenza per la parte scientifica. L’ultimo incontro divulgativo si è tenuto il 19 dicembre scorso presso la sede Sivam a Casalpusterlengo ed è stata un’occasione per allargare il discorso alla nutrizione proteica della vacca da latte ad alte produzioni, alle sue sfide e alle possibili soluzioni.
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