Ampliamento della stalla, informatizzazione dell’allevamento, strategie mirate a migliorare confort e benessere degli animali adulti e della rimonta, acquisto di terreni per aumentare la produzione dei foraggi per l’autoconsumo. Sono stati anni importanti quelli dall’inizio duemila a oggi per Fattoria Demetra di Stefanaconi, in provincia di Vibo Valentia, che con il caseificio aziendale e la lavorazione del proprio latte costituisce una filiera agro-alimentare importante nella realtà calabrese.
In Calabria, a Stefanaconi in provincia di Vibo Valentia, c’è un’azienda zootecnica dedita all’allevamento di bovine da latte e alla produzione casearia, Fattoria Demetra, condotta dalla famiglia Lopreiato. Il nome dell’azienda fa riferimento alla dea della mitologia greca che presiede i raccolti; non lontano sorge il Castello Normanno Svevo, sede del Museo archeologico nazionale.
Fattoria Demetra commercializza una vasta gamma di prodotti lattiero-caseari ottenuti trasformando il latte del proprio allevamento: si tratta principalmente di formaggi a pasta filata (mozzarella, scamorza, burrata) e freschi (“tuma”, ricotta e caciottina a brevissima stagionatura).
L’azienda comprende circa 50 ettari coltivati a medica e loietto, un allevamento di 140 bovini di razza Pezzata Rossa di cui 60 in lattazione, un caseificio aziendale e la dotazione di un ricco spaccio aziendale situato in paese. Due furgoni rendono possibile la commercializzazione dei prodotti, coprendo in buona parte negozi e supermercati del territorio calabrese e in alcuni periodi dell’anno spingendosi anche verso il Nord Italia e la Germania.
Un po’ di storia aziendale
Partiamo però da quello che può essere definito il motore di tutte queste attività, ovvero la stalla. La storia dell’allevamento inizia nel 1970 con il capostipite Vincenzo Salvatore Lopreiato, che allora possedeva 5 vacche di razza Bruna e pochi ettari di terreni che servivano per coltivare le colture foraggere (sulla, trifoglio e medica).
Da quel 1970, grazie alla passione di Fortunato e Salvatore Lopreiato che è stata il propulsore per continuare l’attività del padre e mettere in funzione innovazioni e migliorie, si è arrivati al 2004, anno in cui è stato inaugurato il caseificio aziendale per la trasformazione del latte prodotto.
In questi anni, la stalla ha subito rilevanti metamorfosi, partendo dalle razze allevate (dalla Bruna alla Pezzata Rossa, passando per un breve periodo in cui c’è stata la presenza della Montbeliard e della Frisona). La storia della stalla si consolida agli inizi degli anni Duemila, quando insieme al veterinario aziendale, Alessandro De Domenico, questi imprenditori hanno deciso di spingere sulla genetica della Pezzata Rossa e sulla selezione, scegliendo quei tori che davano una buona spinta a latte. Oggi invece la selezione dà sempre maggiore enfasi al miglioramento dei caratteri funzionali, come mungibilità e resistenza alle mastiti, morfologia degli arti e piedi, ma soprattutto della mammella.
Dal 2004 l’azienda Fattoria Demetra ha voluto perseguire degli obiettivi: ampliamento della stalla, informatizzazione dell’allevamento, strategie mirate al migliorare confort e benessere degli animali adulti e della rimonta, infine acquisto di terreni per aumentare la produzione dei foraggi per l’autoconsumo.
Con i 50 ettari aziendali, Fattoria Demetra riesce a soddisfare in gran parte il fabbisogno foraggero degli animali, acquistando localmente solo una parte di fieno di erba medica e paglia per le lettiere. Nel tempo sono state fatte poche modifiche per quanto riguarda la tipologia di foraggi: è stata rimossa completamente la sulla, a causa della sua gestione molto complicata quando è il periodo dello sfalcio, e ci si è quindi focalizzati solo su loietto.
La medica è sempre stata presente, facendola rientrare nella rotazione. In linea di massima si stabiliscono 4 appezzamenti ad anni diversi (dal primo al quarto) e, quando viene rotto il medicaio, viene seminato il loietto per 2 anni. Facendo questo tipo di gestione colturale, Fattoria Demetra riesce a mantenere costante la produzione e soprattutto massimizzare il potenziale produttivo.
Dall’allevamento al caseificio
Passando poi dall’allevamento al caseificio aziendale, c’è da sottolineare come questo non sia molto grande. È stato dimensionato in modo tale da gestire solo il latte della stalla, circa 2.000-2.400 litri al giorno. In base a questa filosofia l’azienda ha sempre evitato di ipotizzare un ampliamento della stalla e quindi del numero dei capi, rimanendo così ferma a 55-60 bovine in mungitura tutto l’anno.
In caseificio viene prodotta un’ampia gamma di latticini freschi e freschissimi: mozzarella, scamorza, burrata, stracciatella, ricotta e vari tipi di caciotta. In aggiunta al vasto paniere, vi è anche la “tuma” che viene prodotta dalla cagliata senza alcuna aggiunta di sale in alcune varianti: bianca, noci, pistacchio, peperoncino, olive, e rucola. Lo spaccio aziendale rende possibile la commercializzazione di questi prodotti a livello locale, quindi per i consumatori di tutti i paesi limitrofi, mentre la dotazione di due furgoni permette di rifornire sia grossi distributori, che piccoli commercianti nelle altre province.
Il prodotto di punta di Fattoria Demetra è la mozzarella. Nel tempo, questo prodotto è riuscito a conquistare una discreta fetta di mercato a livello locale, con ottimi feedback da parte dei consumatori finali, ma anche dei distributori grossisti.
Il caseificio, sottolinea Vincenzo Lopreiato (figlio di Fortunato, laurea in agraria alla Cattolica di Piacenza, master in Nuova Zelanda, ora ricercatore all’Università di Messina) “rappresenta per Fattoria Demetra il cuore economico ed è stata la soluzione migliore per poter continuare con l’attività di allevamento. La nostra famiglia fino al 2004 ha svolto solo l’attività di allevamento, ma dopo attente valutazioni di mercato e per la forte intenzione di migliorare il contesto aziendale della stalla ha deciso di investire nel caseificio, in modo tale da raggiungere quel margine economico in più che permettesse l’esecuzione di tutte le migliorie, mantenendo comunque lo stesso numero di animali”.
L’inizio dell’attività del caseificio “è stato traumatico”, in quanto l’investimento è stato economicamente importante, i canali commerciali erano da costruirsi e in più era una nuova attività. A distanza di 17 anni, però, la famiglia Lopreiato non è stata mai così convinta come oggi della correttezza di quella decisione e, grazie anche all’impegno importante e alla gestione amministrativa ed economica meticolosa di Pina Ventrice (moglie di Fortunato), dell’utilità di aver dato vita a una filiera agro-alimentare importante in un territorio agricolo ancora poco incline ai cambiamenti”.
Azienda zootecnica famigliare
Ai titolari piace tanto che la loro azienda sia definita “Azienda zootecnica familiare”. Una tradizione che è diventata business economico con un importante volume di affari, ma allo stesso tempo una realtà familiare che non lascia decidere solo al lato economico-finanziario, ma anche all’aspetto emotivo del legame tra i titolari e le persone che ci lavorano.
Cresciuti molto solo negli ultimi 10 anni, attualmente Fattoria Demetra conta circa 130 animali, di cui 60 in mungitura. Stalla monorazza con la Pezzata Rossa, la produzione media è di 33 litri/giorno, con grasso al 4% e proteine al 3,60%, e le vacche sono munte 2 volte al giorno in una sala di mungitura a 8 posti.
Per quanto riguarda il contesto riproduttivo, la rimonta è esclusivamente interna e le medie aziendali sono un buon biglietto da visita: pregnancy rate del 39%; numero di inseminazioni per gravidanza pari a 1,8; prima inseminazione a 80 giorni; media parto-concepimento 120 giorni. Normalmente, circa il 97% delle inseminazioni avviene dopo la segnalazione del collare e per quanto riguarda il post-parto il collare riesce a individuare circa il 72% dei calori nei primi 60 giorni di lattazione.
La strategia riproduttiva segue un approccio molto semplice: seme sessato alle manze, convenzionale a una parte della mandria in lattazione, infine tori da carne per tutto il resto. Si cerca di prevedere il fabbisogno di manze anno per anno e quindi viene stabilito a quanti animali deve essere dato il seme sessato. Le manze sono inseminate a partire dal 15° mese di età e in media si riesce ad avere il primo parto tra 25 e 27 mesi.
Attrezzature di stalla
La stalla utilizza attrezzature abbastanza semplici per tutte le fasi produttive, dal foraggio alla stalla. Purtroppo, la giacitura dei terreni non permette l’utilizzo di macchine molto grandi e “sofisticate”. Attualmente il parco macchine per i terreni si compone di 3 trattori di varia cilindrata, tutti gli attrezzi per la lavorazione dei terreni e per la raccolta del fieno. Per la gestione alimentare viene utilizzato un carro miscelatore verticale di 14 mc.
Ci sono due stalle: una per le vacche in lattazione e in asciutta e una per i vitelli e le manze. La prima è composta da una corsia di foraggiamento che alimenta vacche in latte da una parte e vacche in asciutta dall’altra. La parte delle vacche in latte è costituita da una corsia di alimentazione e un grosso paddock per il riposo con lettiera a paglia, che viene riformata ogni 15 giorni.
Sotto la guida di Vincenzo Lopreiato, nel 2015 è stato installato per la prima volta in provincia di Vibo Valentia un sistema di zootecnia di precisione per il monitoraggio della ruminazione e dei calori. A distanza di cinque anni dalla prima installazione, l’azienda ha effettuato l’upgrade al software, che gestisce i dati rilevati da questi sensori, andando così a montare i nuovi collari. Inoltre, per la prima volta in Calabria, ha iniziato ad usare questa tecnologia anche sui vitelli, con gli auricolari.
Vincenzo, ha voluto fortemente muoversi verso un approccio PLF della mandria, anche se il numero dei capi può sembrare ridotto: “All’inizio mio padre e mio zio sono stati scettici su questa scelta, in quanto non riuscivano ad afferrare il ritorno economico di un investimento così importante, considerando le non grandissime dimensioni dell’allevamento. Dopo qualche mese, però, si sono ricreduti, verificando i vantaggi della zootecnia di precisione”.
Infatti, continua Vincenzo Lopreiato, “oltre a poter conoscere il comportamento di ogni bovina trovandosi fuori dalla stalla, riuscivano anche ad essere tempestivi nell’individuazione di eventuali disordini metabolici, ma soprattutto riuscivano a individuare tutti i calori. A seguito di questa esperienza, quando ho proposto di passare alla nuova versione di questa tecnologia e di monitorare anche i vitelli, sono stati felicissimi di appoggiare la mia idea”.
La semplicità di gestione degli animali, quindi, permette ai titolari di non essere costantemente presenti in stalla, lasciando loro il tempo per focalizzarsi di più verso quelle attività di trasformazione casearia e di commercializzazione che rappresentano il cuore economico dell’azienda.
Attenzione alla prevenzione dello stress da caldo
Nel 2022, è stato installato l’impianto di raffrescamento. L’impianto di ventilazione collocato nella struttura di stabulazione dedicata alle bovine in lattazione è stato progettato da CMP impianti. Il progetto ha previsto il montaggio di 4 elicotteri con diametro di 4 metri nella zona di riposo, in modo da coprire tutta la superficie.
Per quanto riguarda la zona di alimentazione, 3 ventilatori ad alto potenziale di movimento dell’aria con diametro di 1,5 metri sono stati installati a circa 10 metri l’uno dall’altro, in modo da coprire l’intera corsia. A completare l’impianto di ventilazione è stata l’installazione delle doccette per la bagnatura a intervalli regolari del dorso delle bovine nella zona di alimentazione.
L’impianto di ventilazione e raffrescamento è gestito in modo automatico grazie alla centralina che regola la velocità dei ventilatori, l’intervallo e la durata di bagnatura delle bovine e la modulazione delle ventole in base al THI.
Obiettivi e programmi futuri, con solide radici nella tradizione
“Sicuramente – conclude Vincenzo Lopreiato – uno dei programmi di breve periodo è l’installazione del robot di mungitura. A medio termine invece si sta pensando di installare l’alimentazione automatica. Gli obiettivi sono quelli di mantenere assolutamente la razza, puntare sulla longevità, ma soprattutto migliorare la mungibilità. Purtroppo, la Pezzata Rossa non è stata molto selezionata su questo aspetto. Parlando invece del caseificio, uno degli obiettivi è sicuramente quello di poter ottenere un disciplinare di produzione per la mozzarella e creare una rete di prodotti locali da poter esportare in Europa”.
Ma un’azienda non è solo un insieme di strutture, animali, cose, è anche la somma di uomini e donne che mettono passione, cuore, idee. E a volte lo fanno con una tale forza da segnare un orizzonte per le generazioni successive, un modo di leggere il presente e di immaginare il futuro. Vincenzo Lopreiato mette tra questi il papà Fortunato, mancato tre anni fa eppure ancora così presente, perché spiega “la tradizione non consiste nel mantenere le ceneri, ma nel mantenere viva una fiamma. Entusiasmo, passione e intuizione, insieme a un’imperturbabile dedizione sono sempre stati i pilastri che Fortunato ha lasciato in eredità, permettendoci di continuare nel solco delle tradizioni, ma facendo ‘le cose vecchie’ in modo nuovo. Sono la passione e la curiosità a guidare l’innovazione”.